Introduzione dal libro
Marijuana: documenti medici
di Todd Mikuriya, M.D.
Medi-Comp Press, 1973, pp. xiii-xxvii
La medicina del mondo occidentale si e' dimenticata quasi totalmente cio' che una volta sapeva riguardo alle proprieta' della marijuana o canapa.
Le proprieta' antibiotiche, atarassiche, analgesiche, di azione anticonvulsiva, di stimolazione dell'appetito e la bassa tossicita' vennero descritte nella letteratura medica all'inizio del 1839, quando O'Shaughnessy introdusse la canapa nella farmacopea occidentale.
Appena queste scoperte vennero riportate nella medicina occidentale, la canapa venne utilizzata ampiamente.
La terapia della cannabis fu descritta nella maggior parte dei testi farmacologici come trattamento per una varieta' di malattie.
Durante la seconda meta' del 1800 e nel nostro secolo, i ricercatori medici hanno in qualche misura confermato i primi referti sulle potenzialita' terapeutiche della canapa. Inoltre, gran parte della ricerca di laboratorio si e' occupata, attraverso biotests, della determinazione del metodo d'azione, ed ha tentato di risolvere i problemi di insolubilita' in acqua e di variabilita' di concentrazione tra diverse tipologie di canapa.
Il fumare "ricreativo" della canapa nel ventesimo secolo e la conseguente legislazione federale restrittiva hanno funzionalmente fatto cessare qualsiasi uso medico della marijuana.
Sotto la luce di tali vantaggi quali minima tossicita', assenza di limite di tolleranza e di dipendenza fisica, minimo disturbo del sistema nervoso, si richiede un'immediata ri-investigazione clinica delle preparazioni di canapa per trattare casi di dolore, malattie neurologiche croniche, disordini convulsi, anoressia, malattie mentali, e infezioni batteriche.
Recentemente declassificati, gli studi segreti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti riconfermano l'utilita' terapeutica di marijuana e simili.
Cannabis indica, Cannabis sativa, Cannabis americana, Canapa indiana e marijuana fanno tutte riferimento alla stessa pianta. La canapa viene usata largamente nel mondo per diversi scopi e possiede una lunga storia considerata sotto punti di vista diversi: della utilita', dell'euforia o dipendenza-diabolica. Per l'agricoltore la canapa e' una pianta da fibra; per il medico di un secolo fa una medicina preziosa; per il medico d'oggi e' un enigma; per chi ne fa uso procura euforia; per la polizia e' una minaccia; per i trafficanti una risorsa di profitto nel pericolo; per il condannato o in liberta' condizionata e la sua famiglia, una fonte di dolore.
Questo libro tratta principalmente degli aspetti medicinali della canapa.
Si racconta che l'imperatore cinese Shen-nung nel 2700 a.C., avesse insegnato al suo popolo a coltivare la canapa per utilizzarla come fibra. Un testo del 1500-1200 a.C. documenta la conoscenza della pianta in Cina che non veniva pero' usata come fibra. Nel 200 d.C., l'uso della canapa come analgesico viene descritto dal medico Hoa-tho. (44)
In India l'utilizzo di preparati con la canapa come rimedi vengono descritti prima del 1000 a.C. . In Persia la canapa era gia' nota da alcuni secoli prima di Cristo. In Assiria, nel 650 a.C. ca., le sue proprieta' inebrianti erano conosciute. (10)
Ad eccezione di un racconto di Erodoto nel quale riferiva che gli Sciiti usavano il fumo di semi di canapa per inebriarsi, pare che gli antichi Greci non fossero a conoscenza delle proprieta' psicoattive della canapa. I Dioscoridi nel primo secolo d.C. resero una descrizione morfologica accurata della pianta, ma non ne menzionarono le proprieta' intossicanti. (10)
Nel tredicesimo e quattordicesimo secolo, scrittori arabi descrissero l'uso sociale della canapa ed i risultanti tentativi, crudeli ma fallimentari, di sopprimerne l'utilizzo non medico.(44)
Nonostante Galeno abbia descritto l'uso dei semi per creare calore, non cito' le qualita' inebrianti della canapa. E' curiosa la scarsita' di riferimenti a tali proprieta' nella letteratura medica e non, in Europa prima del 1800.(44)
L'uso terapeutico della canapa viene introdotto nella medicina occidentale nel 1839, in un articolo di quaranta pagine scritto da W.B.O'Shaughnessy, un medico trentenne che prestava servizio militare in India nell'esercito britannico.(27) La sua discussione riguardo alla storia sull'utilizzo di prodotti della canapa in oriente, rivela la consapevolezza che queste droghe non solo venivano adottate in medicina per fini terapeutici, ma anche per propositi religiosi e ricreativi.
O'Shaughnessy non e' principalmente conosciuto per la sua scoperta sulle droghe della canapa, ma piuttosto per gli studi fondamentali sulla terapia dell'elettrolita intravenoso nel 1831, e per l'introduzione in India del telegrafo nella seconda meta' dell'800.(26)
Dopo aver studiato i vari scritti sulla canapa ed essersi confrontato con studiosi hindu' e mussulmani contemporanei, O'Shaughnessy testo' gli effetti di diversi preparati di canapa sugli animali, prima di provare ad usarli per curare le persone. Soddisfatto del fatto che la droga fosse ragionevolmente sicura, somministro' preparazioni di estratti di canapa a pazienti, e scopri' le sue proprieta' analgesico-sedative.
O'Shaughnessy, con successo, allevio' il dolore da reumatismo e calmo' le convulsioni a un bimbo per mezzo di questa strana e nuova droga. Il suo piu' dirompente successo si verifico' quando fece cessare gli spasmi di un muscolo dolorante dovuti a tetano e rabbia, con resina fragrante. Gli effetti psichici successivi alla somministrazione di una dose eccessiva assomigliavano ad uno strano delirio ed erano trattati con purganti molto forti, le convulsioni invece venivano trattate applicando una "vescichetta" sulla parte posteriore del collo e sanguisughe sulle tempie.(27)
L'uso di derivati della canapa a scopo medicinale si diffuse rapidamente in tutta la medicina occidentale, cosi' come viene documentato in un relazione del Comitato sulla Cannabis indica della Societa' Medica dello Stato dell'Ohio, pubblicato nel 1860. In tale relazione i medici riportano il successo ottenuto curando dolori di stomaco, psicosi da parto, tosse cronica e gonorrea con i prodotti della canapa. (25)
Il Dottor Fronmueller, di Fuerth (Ohio), ha riassunto le sue esperienze con la droga come segue:
"Ho usato la canapa centinaia di volte per alleviare dolori sia di natura infiammatoria che nevralgica, ed a giudicare da questi esperimenti, devo assegnare alla canapa indiana un posto tra le cosiddette medicine ipnotiche accanto all'oppio; i suoi effetti sono meno intensi, e le secrezioni non vengono trattenute dalla canapa in grande misura. La digestione non e' disturbata; l'appetito tende ad aumentare; raramente viene indotto malessere allo stomaco e congestione mai. Conseguentemente la canapa puo' essere adottata per problemi infiammatori. Essa disturba l'espettorazione molto meno dell'oppio; ed anche il sistema nervoso e' assai meno interessato. L'effetto della canapa nella sua interezza, essendo meno violento e procurando un sonno piu' naturale senza interferire sulle attivita' degli organi interni, la rende certamente preferibile all'oppio, nonostante non eguagli quest'ultimo in fatto di affidabilita' ed efficacia. Una cura che alterni oppio a canapa indiana sembra essere particolarmente adatta in quei casi dove l'oppio da solo fallisce nel produrre gli effetti desiderati". (25)
Non creando assuefazione, la canapa viene considerata superiore agli oppiacei in numerosi usi terapeutici. Birch, nel 1889, ebbe successo nel curare assuefazione a narcotici e cloralio con la canapa, (5) e Mattison nel 1891 ne consiglio' l'uso al giovane dottore comparandolo favorevolmente ai narcotici. Citando il collega Suckling disse:
"Con il desiderio di ottenere effetti veloci, e' cosi' facile usufruire di quel moderno "birbante", la morfina ipodermica, che tendono (i giovani medici) a dimenticare i vaghi risultati di un'incauta somministrazione di narcotico. Che la saggezza tramandata dai loro padri professionisti, dovuta magari ad una esperienza sfortunata, possa servire a loro per evitare le "secche" dei narcotici sulle quali piu' di un paziente e' naufragato. La canapa indiana non e' qui lodata come rimedio specifico. A volte potra' fallire. Cosi' come altre droghe. Ma nei molti casi in cui agisce positivamente, conferiamole una grande e duratura fiducia. La mia esperienza garantisce questa affermazione: la canapa indiana e', spesso, un antidolorifico ed un ipnotico sicuro ed efficace". (23)
I medici del XIX secolo incontrarono ripetutamente molte difficolta' nei loro studi sulle applicazioni mediche della canapa. Riconoscendo il potenziale terapeutico della droga, molti sperimentatori cercarono in vari modi di superare questi inconvenienti per un suo uso in medicina, in particolare i seguenti:
- I prodotti della canapa sono insolubili in acqua.
- L'effetto di preparazioni di canapa impiega un'ora circa a manifestarsi; la sua azione e' percio' piu' lenta rispetto a molte altre droghe
- Le diverse miscele di derivati della canapa variano enormemente in efficacia; inoltre, la procedura normale per la standardizzazione di campioni di canapa, testata attraverso la somministrazione agli animali, e' soggetta ad errore dovuto alla variabilita' di reazione degli animali stessi.
- Esiste una grande variazione tra le persone nelle loro risposte individuali alla canapa.
Nonostante questi problemi riguardanti l'incertezza di efficacia e dosaggio e le difficolta' nel come somministrarla, la canapa ha molti vantaggi importanti su altre sostanze usate come analgesici, sedativi, e ipnotici:
- L'uso prolungato della canapa non porta alla sviluppo di dipendenza fisica. (11,13, 14, 24, 39, 44)
- Lo sviluppo di tolleranza ai prodotti della canapa e' minimo. (Loewe nota una leggera "abitudine del principiante" nei cani, durante i primi tentativi con la droga, come unico effetto visibile di tolleranza. (20)). (11, 13, 14, 24, 44)
- I prodotti della canapa hanno una bassissima tossicita'. (9, 21, 22, 24) ( La dose orale richiesta per uccidere un topo pare essere 40.000 volte circa quella richiesta per produrre i tipici sintomi di intossicazione nell'uomo. (21)
- La canapa non provoca disturbi alle funzioni vegetative, laddove le oppiacee inibiscono il tratto gastrointestinale, il flusso biliare e il riflesso della tosse. (1, 2, 24, 44, 46)
Accanto alle investigazioni sugli effetti fisici dei prodotti di canapa, i medici del XIX secolo osservarono gli effetti psichici della droga nelle sue applicazioni terapeutiche. (4, 27, 33) Trovarono che la canapa all'inizio stimolava leggermente, e poi calmava i centri piu' alti del cervello. Hare suggeri' nel 1887 un possibile meccanismo delle proprieta' analgesiche della canapa:
Durante il lasso di tempo nel quale questa importante droga allevia il dolore, si manifesta una curiosa situazione a livello fisico; e cioe' che la diminuzione del dolore sembra dovuta al suo allontanarsi nella distanza, esattamente come se un tamburo battente venisse portato sempre piu' lontano fino a non udirsi piu' ed un orecchio sensibile avvertisse il suono gradualmente spegnersi.
Questa situazione è probabilmente associata ad un altro ben noto sintomo prodotto dalla droga: il prolungamento del tempo. (16)
Reynolds, nel 1890, (33) fece un sunto dei trent'anni della sua esperienza clinica adottando la canapa, trovandola utile come sedativo notturno nell'insonnia senile, e molto valida nel curare dismenorrea, nevralgie compreso il tic douloureux e sintomi tabetici, emicrania e certi spasmi epilettoidi o coreoidi del muscolo. Non era pero' certo del beneficio in casi di asma, delirium tremens e depressione. Reynolds penso' inoltre che la canapa non funzionasse per i dolori alle giunture aggravati dal movimento ed in casi di epilessia assolutamente cronica.
Reynold sottolineo' la necessità di titolare la dose di ogni paziente, aumentandola gradualmente ogni terzo o quarto giorno, per evitare effetti "tossici":
"La dose va somministrata in quantita' minima, ripetuta in non meno di quattro o sei ore, e gradatamente aumentata di una goccia ogni terzo o quarto giorno , affinche' si ottenga il sollievo oppure si stabilisca che la droga in questo caso sia inutile. Con queste precauzioni non ho mai incontrato effetti tossici, e raramente ho fallito nel trovare, dopo tempi relativamente brevi, la valenza o l'inutilita' della droga." (33)
Riguardo all'emicrania, Osler affermo' nel suo testo che la canapa indiana e' probabilmente il rimedio più soddisfacente. (11, 28)
Walton, nel suo compendio finale della letteratura medica e degli studi da lui stesso copiuti, intitolato ingannevolmente "Marijuana, il nuovo problema di droga dell'America", sottolinea che la canapa era ampiamente usata durante la tarda meta' dell'800, ed in particolar modo prima che nuove droghe venissero sviluppate:
" Questa popolarita' delle droghe di canapa puo' essere parzialmente attribuita al fatto che erano state introdotte prima degli analgesici e degli ipnotici sintetici. L'idrato di cloro non venne introdotto che nel 1869 e fu seguito nei trent'anni successivi da paraldeidi, sulfamidici e barbiturici. Antipiretici e acetammidi, i primi del loro particolare gruppo di analgesici, vennero introdotti nel 1884 circa. Per generali propositi sedativi e analgesici, le uniche droghe comunemente usate in questo periodo erano derivati della morfina ed i loro svantaggi ben noti. Infatti l'elemento più accattivante dei narcotici di canapa era il fatto che non mostravano i notori svantaggi delle oppiacee. I narcotici di canapa non causano stitichezza, molto spesso fanno aumentare l'appetito invece di diminuirlo, non debilitano particolarmente i centri respiratori anche se in grandi dosi, molto raramente possono causare pruriti o eruzioni sottocutanee e, ancora piu' importante, la probabilita' di sviluppare assuefazione e' estremamente piu' bassa di quella dei sedativi. (44)
L'uso di canapa nella medicina americana venne gravemente influenzato dall' aumentato utilizzo di narcotici nella tarda meta' dell'800. Nel 1856, con l'introduzione dall'Inghilterra, compiuta da Barker e Ruppaner, della siringa ipodermica nella medicina americana, l'uso di narcotici, piu' veloci ad agire e solubili in acqua, aumento' rapidamente. La guerra civile negli Stati Uniti aiuto' a diffondere l'uso di sedativi; le iniezioni di droghe venivano somministrate in grande misura e spesso indiscriminatamente, per alleviare il dolore dei soldati mutilati al ritorno dai combattimenti. (La dipendenza da narcotici un tempo veniva chiamata la "malattia dell'esercito".(41) ) Come l'uso di sedativi iniettati aumento', cosi' la canapa perse in popolarita'.
Negli anni trenta i preparati di canapa erano ancora ampiamente presenti sia in forma di storia popolare che di vendita al minuto.
Crump (Presidente del comitato di investigazione dell'Associazione Medica Americana) notifico', nel 1931,ai proprietari di "Pisòs Cure", "One Day Cough Cure" e "Neurosine" che questi erano farmaci contenenti canapa.(44) Nel 1937 Sasman fece una lista di 28 farmaci contenenti canapa. (36) In quell'anno la canapa era ancora riconosciuta come agente medicinale, quando il comitato delle attivita' legislative dell'Associazione Medica Americana concluse quanto segue:
"..non c'e' prova che indichi che l'abuso di canapa come agente medicinale o il suo uso come medicina conduca allo sviluppo di assuefazione da canapa. Essa e', al momento, blandamente usata a fini medicinali, ma sembrerebbe meritevole di mantenere il suo status di agente medicinale per gli usi che ora possiede. Esiste la possibilita' che un nuovo studio della droga attraverso mezzi moderni possa mostrare altri vantaggi fatti derivare dal suo uso medicinale". (32)
Contemporaneamente, in Messico, le persone povere fumavano marijuana per rilassarsi e per resistere al caldo e alla fatica (Originariamente la marijuana era una parola gergale messicana per indicare la preparazione di foglie secche e di germogli della Cannabis sativa, la varieta' indigena di pianta di canapa, da fumare).
Il fumare "ricreativo" della marijuana potrebbe essere iniziato in America a New Orleans nel 1910 circa, e li' e' continuato su piccola scala fino al 1926 circa, quando un quotidiano pubblico' un articolo in sei puntate sull'uso della droga. (44) Successivamente la moda si diffuse nel Mississippi e in tutti gli Stati Uniti, piu' veloce dell'emissione di leggi locali e statali per scoraggiarne l'uso. La fruizione di "te';" o "muggles" (parola dialettale per indicare la marijuana) sboccio' in una piccola "rivoluzione psichedelica" negli anni venti. Gli ufficiali della narcotici incoraggiarono l'emissione di leggi locali proibitive e alla fine ebbero successo nel creare una legislazione federale restrittiva. Nel 1937 il Congresso approvo' la Legge dell'Imposta sulla Marijuana, l'ultimo di una serie di atti proibitivi nei singoli stati. Sotto le nuove leggi, l'uso della canapa come sostanza terapeutica in medicina che gia' era in declino venne condotto ad un alt vero e proprio. Nel 1941, la canapa fu eliminata dal "Formulario Nazionale e Farmaceutico".
Piu' o meno al tempo dell'approvazione dell'Atto della Tassa sulla Marijuana, Walton postulo' i luoghi d'azione delle droghe di canapa. Egli scopri' che ad un basso dosaggio vengono influenzate le zone corticali, mentre ad un alto dosaggio pare verificarsi un effetto depressivo sulle vie talamo-corticali. Un'iperemia ( eccesso di sangue) del cervello sembra essere un fenomeno locale, a meno che i centri che controllano la vasodilatazione siano localizzati nella regione talamo-corticale. Meccanismi similmente possibili sono suggeriti in caso di fenomeni di ipoglicemia moderata, fame e sete e, occasionalmente, lacrimazione e nausea. (44)
Nonostante la legislazione restrittiva, alcuni ricercatori di medicina, negli ultimi anni, hanno avuto l'opportunita' di continuare l'investigazione su applicazioni terapeutiche della canapa. Il dottor Samuel Allentuck nei suoi studi sulle applicazioni della canapa per il Comitato del Sindaco La Guardia, ha riportato, tra altre scoperte, favorevoli risultati nel curare il graduale abbandono di narcotici di persone assuefatte, con tetraidrocannabinolo (THC), un potente prodotto purificato della pianta di canapa. (1, 24)
Un articolo del 1949, seppellito in un periodico di articoli scientifici di chimica, comunicava che una sostanza connessa al THC ha potuto controllare attacchi epilettici in un gruppo di bambini con piu' efficacia che la difenildantoina (Dilantin ( R )), un anticonvulsivo prescritto piu' comunemente. (9)
Molti sperimentatori, credendo che i prodotti della canapa potessero essere di valore nella psichiatria, hanno indagato le applicazioni su diverse forme degli stessi nella cura di disordini mentali. La canapa e' stata usata nell'800 per curare malattie mentali. (19, 25, 45, 46) E comunque, a parte alcuni studi clinici piuttosto equivoci, principalmente nella cura della depressione, (29, 30, 35, 39) e un altro resoconto di successo nel curare l'abbandono di assuefazione da alcolici e narcotici , (42) finora non sono stati rapportati significativi studi psichiatrici contemporanei che coinvolgano terapie con la canapa.
Numerose "autorevoli" pubblicazioni correnti inequivocabilmente affermano che non esiste un uso medicinale legittimato della marijuana. Questo secolo comparato all'800, ha visto pochissima ricerca medica sullo spiegamento di qualcosa come venti prodotti chimici trovati nella pianta di canapa. (37)
I lettori d'oggi possono essere scettici riguardo ad un resoconto di cura contro la gonorrea pubblicato piu' di un secolo fa. (19, 25) Queste scoperte dovrebbero comunque essere ri-investigate sotto la luce di un rapporto del 1960 proveniente dalla Cecoslovacchia che l'acido cannabiolidico, un prodotto della pianta di canapa acerba, possiede proprieta' battericide. (7) Alcune delle applicazioni terapeutiche riportate nei primi documenti medici sono state corroborate da indagatori successivi, pero' la gran parte degli aspetti terapeutici della canapa resta da esplorare sotto condizioni cliniche moderne.
Negli ultimi vent'anni le ricerche cliniche e di base sulla canapa si sono ridotte praticamente a nulla. Il documento dei bolli d'imposta emessi dall'Ufficio Federale Narcotici per la ricerca sulla canapa, comparato a quelli per la ricerca su droghe narcotiche, ci racconta la storia dei vent'anni di "siccita'" delle investigazioni sui prodotti della canapa: (43)
Utenti a fini di ricerca, istruzione o analisi | ||
Anno | Narcotici | Marijuana |
1938 | … | 5 |
1941 | 94 | ... |
1943 | … | 43 |
1946 | 323 | ... |
1948 | … | 87 |
1951 | 1078 | ... |
1953 | … | 18 |
1956 | … | - |
284 | … | - |
1958 | … | 6 |
1961 | 344 | - |
1965 | 431 | 16 |
Il crescente uso non medicinale della marijuana galleggiava e veniva tenuto a galla dalla "rivoluzione psichedelica" della meta' degli anni '60. La reazione di spavento incluse un rinnovato interesse scientifico per la droga.
Gli undici studi finanziati dall'Istituto Nazionale della Salute Mentale nel 1967 concernenti la canapa erano specifici esperimenti su animali, parte di uno studio d'osservazione sociologica di un certo numero di droghe, oppure esplorazioni di metodi di rivelazione chimica. Nessun studio sugli umani venne incluso.
Dei cinquantasei progetti finanziati durante gli anni fiscali successivi 1968-69, solamente due riguardarono gli esseri umani. (52)
L'anno dopo fu in qualche modo meno prudente con otto su trentacinque progetti dedicati a studi clinici.(53)
Ci sono giunti alcuni dei risultati preliminari di questi studi. Molto non e' ancora stato pubblicato.
Secondo Harris, il fattore di tossicita' dei derivati dalla marijuana e' sopra a duecento e il fumare cronico della marijuana e' meno nocivo ai polmoni che il tabacco di sigaretta. (49)
Domino descrive la tolleranza ibrida del THC e alcool nei piccioni (47) avvalorando cosi' le osservazioni cliniche di Jones. (50, 51) Queste riscoperte necessitano di una prova terapeutica.
Nell'agosto del 1971 alcuni documenti segreti del Dipartimento della Difesa vennero declassificati. Mentre ero al NIMH in veste di psichiatra consulente della ricerca nel 1967, venni a sapere dell'esistenza di una ricerca clandestina all'Edgewood Arsenal nel Maryland.
Dal 1954 al 1959 il dott.Van M. Sim venne incaricato del progetto. Egli fece un resoconto al "Medical World News": "La marijuana e' probabilmente il piu' potente anti-epilettico conosciuto in medicina oggi". (49)
Il dott.Harold F.Hardman con un gruppo della Difesa nel Dipartimento di Farmacologia dell'Universita' del Michigan, riporto' gli effetti di profonda ipotermia ed ebbe la sensazione che i derivati della marijuana potessero essere potenzialmente molto utili nella chirurgia del cervello e da trauma. (48)
L'obiettivo principale era comunque il possibile uso di omologhi del THC come agenti inabilitanti. Accanto alla sopra menzionata agenzia governativa e universita', il settore privato era rappresentato dall' Arthur D. Little Company di Cambridge, Massachussetts. (55)
Recentemente nel corso di uno studio riguardante gli effetti sulla guida, venne accidentalmente scoperto che la canapa abbassa la pressione intraoculare, cosicche' essa puo' essere eventualmente utile per la cura del glaucoma. (56)
Metodi tecnologicamente moderni confermano le osservazioni di O'Shaughnessy di 130 anni fa. Dopo l'allontanamento dalla conoscenza delle proprieta' della marijuana attraverso l'adorazione di sintetici nuovi, un aumento non correlato dell'uso della marijuana nell'ambito sociale, illegalita' e revoca di disponibilita' per uso clinico, la medicina riscopre la marijuana.
La fiaccola della conoscenza e' molto debole, tenuta in vita da scienziati isolati e clinici; ora si sta riaccendendo grazie alle recenti rivelazioni circoscritte.
Se le vigenti leggi statali e federali restrittive che governano la marijuana non vengono cambiate, non ci sara' alcun futuro per investigazioni scientifiche moderne o per prove cliniche controllate da metodi attuali.
Qualcosa sta cambiando. L'Ufficio Federale delle Droghe Narcotiche e Pericolose, l'Istituto Nazionale della Salute Mentale ed il Comitato Unito Amministrazione Droga ha recentemente autorizzato prove terapeutiche di prodotti della canapa su esseri umani. Possiamo quindi guardare avanti per una ri-investigazione dei numerosi e possibili utilizzi medici della marijuana. (54)
Si consiglia uno sforzo organizzato per una investigazione a tutto tondo dove la conoscenza scarseggia. Gli effetti acuti e cronici della canapa dovrebbero essere ristudiati con metodi moderni. Le vie di azione metaboliche e la detossificazione necessitano un'esplorazione attraverso i mezzi farmaceutici attuali. Devono essere intrapresi studi sulla tossicita' cronica al fine di esaminare gli effetti dell'uso di canapa a lungo termine. (Cunningam nel 1893 non trovo' grandi cambiamenti sul sistema nervoso centrale con la somministrazione cronica di droghe di canapa a primati per diversi mesi. (8) )
La scienza della medicina deve nuovamente confrontare i problemi dell'insolubilita' della canapa in acqua e la sua concentrazione variabile. Siccome le risposte umane e animali variano parecchio, si devono titolare dosi individuali. I popolari metodi di studio richiederanno una revisione. I resoconti di esperienze personali con la droga un tempo venivano accettati dalla comunita' scientifica. (15, 22, 25, 29, 34, 39, 44) Le persone che sono "sofisticate" da droghe diventeranno di nuovo indispensabili alla ricerca di droghe psicoattive, come i degustatori di vino stanno all'industria vinicola, cosi' gli esseri umani sono gli unici che possono verbalmente farci un resoconto dei sottili e complessi effetti di queste sostanze.
Visto che le agenzie di governo hanno stimolato ben poco la ricerca clinica in questo campo, dovrebbe essere l'industria farmaceutica a prendere l'iniziativa nel cominciare ricerche di base e studi clinici negli affini purificati di canapa per le loro proprieta' chimiche, qualita' farmacologiche e applicazioni terapeutiche.
"Possibili Applicazioni Terapeutiche di THC e Prodotti Simili"
Analgesico-ipnotico (16, 18, 19, 23, 25, 27, 33, 45)
Stimolante dell'appetito (18, 25, 27)
Antiepilettico-antispasmodico (9, 18, 27, 33, 40, 45, 49)
Profilattico e curativo di nevralgie, compreso emicrania e tic douloureux (3, 16, 17, 18, 19, 23, 25, 28, 31, 33, 38, 40, 45)
Antidepressivo-tranquillante (6, 16, 18, 19, 23, 25, 31, 33, 40, 45)
Antiasmatico (18, 25, 45)
Ossitocico (25, 45)
Anti-tosse (3, 16, 25, 38, 45)
Anestetico topico (8)
Agente di ritiro da assuefazione da narcotici e alcool (5, 23, 24, 38, 42, 45, 47, 50, 51)
Analgesico da parto (12)
Antibiotico (7)
Ipotensivo intraoculare (56)
Ipotermogenico (48)
La medicina, essendo un'arte empirica, non ha esitato in passato ad utilizzare sostanze inizialmente usate per scopi ricreativi, ( Morton "scopri'" l'etere come anestetico dopo aver osservato studenti di medicina colpiti da "allegria d'etere" nel 1846. (Howard W.Haggard: "Demoni, droghe e dottori" Harper and Row, N.Y., 1929, p.99) ) alla ricerca dei propositi piu' nobili di guarire, alleviare il dolore ed insegnarci di piu' sul lavorio del corpo e della mente umani.
I costituenti attivi della canapa sembrano avere straordinariamente fattori di tossicita' acuti e cronici molto bassi e potrebbero essere utili nel trattamento di molti problemi connessi a malattie croniche. Si richiedono, per cominciare, leggi piu' sensate e regolamentazioni che controllino la ricerca sulle droghe psicoattive per permettere indagini mediche significative cosi' da poter colmare le grandi lacune nella nostra conoscenza della canapa.
Bibliografia
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2. Ames, Frances: "A clinical and metabolic study of acute intoxication with cannabis sativa and its role in the model psychoses," "J. of Mental Science," 104:972-99, Oct. 1958.
3. Anderson, G. S. D.: "Remarks on the remedial virtues of cannabis indica, or Indian hemp," "Boston Med. and Surg. J.," 67:427-30, 1863.
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5. Birch, Edward A.: "The use of Indian hemp in the treatment of chronic chloral and chronic opium poisoning," "Lancet," 1:625, 30 Mar. 1889.
6. Boyd, E. S., and Merritt, D. A.: "Effects of a tetrahydrocannabinol derivative on some motor systems in the cat," "Arch. Internat. de Pharmacodynamie et de Therapie," 153:1-12, 1965.
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9. Davis, J. P., and Ramsey, H. H.: "Antiepileptic action of marihuana-active substances," "Federat. Proc.," 8:284-85, Mar. 1949.
10. Dioscorides, Pedanius: "The Greek Herbal of Dioscorides," Edited by Robert T. Gunther, Hafner Publishing Co., New York, 1959, pp. 390- 91.
11. Eddy, N. B., Halbach, H., Isbell, H., and Seevers, M. H.: "Drug dependence: its significance and characteristics. "Psychopharmacology Bull.," 3:1-12, July 1966.
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