Applicazioni terapeutiche della marijuana
Dott. Robert Walton
Commenti di David Solomon:
Nel 1937 il Dott. Walton, professore di Farmacologia all'Università del Mississippi, compilò il seguente studio, erudito e comprensibile, sugli usi medicinali di preparazioni di canapa per il suo libro intitolato "Marijuana". Percependo che attitudini irrazionali, generate a quel tempo dal panico della marijuana, potessero inibire legittime ricerche scientifiche, egli scrisse:
Le leggi federali del 1937 dovrebbero essere sufficientemente efficaci nel rendere queste preparazioni completamente introvabili per qualsiasi ed ulteriore abuso. Regole ancora più rigide per far diventare la droga inaccessibile anche a fini medici e scientifici sarebbero imprudenti, giacché ulteriori usi della droga potrebbero essere sviluppati e gli svantaggi essere completamente adombrati. La droga ha certamente delle proprietà importanti, e se la sua struttura chimica viene determinata e le variazioni sintetiche sviluppate, alcune di queste si possono dimostrare particolarmente valide, sia come agenti terapeutici che strumenti sperimentali.
I timori del Dott. Walton si sono rivelati ben fondati: immediatamente dopo l'approvazione della Legge sull'Imposta della Marijuana del 1937, il Federal Bureau of Narcotics ha emesso e proceduto ad implementare altre 60 pagine "di regole ancora più rigide". Questi editti amministrativi, ostili e complessi, hanno reso virtualmente impossibile coltivare, importare, comprare, vendere, usare, prescrivere o fare esperimenti con prodotti della canapa, eccetto alcuni casi limitati.
L'applicazione terapeutica della cannabis è ormai più una questione di storia che di pratica odierna. Analgesici sintetici e ipnotici hanno quasi totalmente rimpiazzato queste preparazioni dal loro campo di applicazione originale. Gli ultimi sintetici sono più efficaci ed affidabili, e inoltre sono stati intensamente sfruttati da interessi commerciali. Le preparazioni di cannabis sono state ridotte ad occupare un posto talmente minore tra i medicinali moderni che se ne consiglia l'abbandono totale, basando quest'ultimo suggerimento sulla supposizione che rappresentino una minaccia in considerazione dell'hashish come vizio. Un tale atto sarebbe certamente troppo drastico in vista delle circostanze, per la ragione che l'uso terapeutico della cannabis e il vizio dell'hashish non sono in relazione. La droga è sempre stata disponibile in questo paese per quasi un secolo sviluppando solo occasionali ed isolati esempi di abuso di hashish. Il vizio della marijuana giunse negli Stati Uniti attraverso altri canali, nonostante sia vero che una volta fissata come una pratica, alcuni individui hanno fatto uso di preparazioni prese al "drug store".
In sostanza la stessa opinione è stata espressa recentemente dal comitato sulle attività legislative dell'American Medical Association. Hanno concluso che non esiste prova ad indicare l'abuso di cannabis come agente medicinale, oppure che dimostri che il suo utilizzo come medicina porti allo sviluppo di assuefazione da cannabis. Attualmente la cannabis è usata pochissimo per scopi medicinali, ma varrebbe la pena mantenere il suo status di agente medicinale per gli scopi finora accertati. Esiste la possibilità che un nuovo studio della droga con mezzi moderni possa mostrare altri vantaggi fatti derivare da un suo uso come medicina.
Sebbene le preparazioni di canapa siano state usate dagli antichi come anestetici, queste droghe non vennero introdotte nella medicina prima del 1840. In quegl'anni O'Shaughnessy, Aubert-Roche e Moreau de Tours osservarono come veniva utilizzata in India e in Egitto e procedettero nel sperimentarne le possibilità terapeutiche. Dopo averla utilizzata in diversi tipi di malattie, furono entusiasti nel rappresentarla come un valido agente terapeutico. Le loro attività sfociarono in un uso generale e molto diffuso della droga sia in Europa che in America. Durante gli anni tra il 1840 e il 1900 vennero pubblicati più di cento articoli i quali consigliavano la cannabis per questo o quel disturbo.
Questa popolarità delle droghe di canapa può essere in parte attribuita al fatto che furono introdotte prima degli ipnotici sintetici e degli analgesici. L'idrato di cloralio non venne introdotto prima del 1869 e fu seguito nei trent'anni successivi da paraldeidi, sulfonali e barbiturici. Antipiretici e acetanilidi, i primi del loro particolare gruppo di analgesici, furono introdotti nel 1884 circa. In quel tempo le sole droghe comunemente usate a scopo sedativo e analgesico, erano i derivati della morfina ed i loro svantaggi erano ben noti. Difatti la caratteristica più attraente dei narcotici di canapa era la mancanza di alcuni svantaggi notori degli oppiacei. I narcotici della canapa non causano costipazione , spesso incrementano l'appetito invece di diminuirlo, non deprimono particolarmente i centri respiratori anche in grandi dosi, raramente o mai sono causa di pruriti o eruzioni cutanee e, ancora più importante, la responsabilità di creare assuefazione è molto inferiore a quella degli oppiacei.
Queste caratteristiche furono responsabili di un rapido aumento in popolarità della droga. Altre caratteristiche si possono riconoscere come contribuenti al graduale declino di popolarità. La cannabis normalmente non produce analgesici o rilassa disturbi di spasticità, senza produrre effetti corticali, qust'ultimi infatti generalmente predominano. Il reale grado analgesico prodotto è molto inferiore a quello degli oppiacei. Da sottolineare che gli effetti sono irregolari, dovuti a notevoli variazioni nella suscettibilità individuale ed anche all'assorbimento variabile della resina gommosa.
I resoconti dei successi e dei fallimenti terapeutici di queste droghe sono brevemente riassunti in quanto segue.
Tra i diversi disturbi per i quali sono state usate e consigliate possiamo menzionare tosse, affaticamento, nevralgie reumatiche, asma e delirium tremens.
Disturbi di spasticità
Parte dell'iniziale entusiasmo nei confronti della canapa era basato sul suo presunto valore come antagonista di disturbi di spasticità. Veniva utilizzata ed estremamente consigliata nel trattamento contro tetano, idrofobia, convulsioni neonatali, corea e avvelenamento da stricnina.
Nel caso di avvelenamento da stricnina almeno la sua valenza è inferiore. L'autore, con l'aiuto di Horace Dozier, testò l'influenza della cannabis per quanto avesse effetto su una minima dose convulsiva di stricnina somministrata ai cani; anche grandi dosi di cannabis non alterarono l'effetto della stricnina sufficientemente da indicarne un antagonismo significativo. Nel tetano e nell'idrofobia la spasticità in origine è più cerebrale, perciò in tali casi l'antagonismo della cannabis può essere stato efficace.
Usi analgesici
E' lecito aspettarsi che le preparazioni di cannabis siano ragionevolmente efficaci nel combattere dolore di varia natura. Si afferma che "allevia il dolore ed aumenta l'appetito in tutti i casi, a prescindere da quali siano le cause del dolore e della perdita di appetito."
Hare dice: "…durante il lasso di tempo nel quale questa notevole droga allevia il dolore, alle volte si manifesta una condizione psichica molto strana; e cioè che la diminuzione del dolore sembra dovuta al suo svanire in lontananza, così che il dolore diminuisce gradualmente."
Mercer afferma che non arresta il dolore ma che ha "un potere speciale su dolori di tipo spasmodico". Wood dice che "…come analgesico è molto inferiore all'oppio ma si può provare quando quest'ultimo viene per qualche ragione contro indicato. Certamente spesso dà sollievo in dolori di tipo nevralgico se somministrato a dosi intere."
Aulde afferma che "…come rimedio per alleviare da nevralgie sopraorbitali nessun articolo ci concede migliori prospettive della cannabis."
Mal di testa ed emicranie
Farlow ha considerato la cannabis utile per il "mal di testa nervoso". MacKenzie dice che se continuato per qualche tempo è il rimedio più valido che abbia mai incontrato per il trattamento di mal di testa persistente. Marshall non ritiene la cannabis utile in generale, ma afferma comunque che sembra essere efficace in casi di mal di testa non acuti ma persistenti.
Riguardo all'emicrania Stevens afferma che la Cannabis indica sia "a volte molto utile…Due gocce di estratto fluido si possono somministrare ogni mezz'ora fino a che il dolore diminuisce oppure finché non si manifesta una leggera vertigine o confusione mentale. Se è necessario le dosi possono essere aumentate."
Osler e McCrea hanno constatato che la Cannabis indica è probabilmente il rimedio più soddisfacente contro l'emicrania. Comunque nell'ultima edizione di questo testo viene solamente consigliato che "si può provare un corso prolungato di Cannabis indica." Solis-Cohen e Githens considerano la cannabis come una grande prestazione in alcuni casi di emicrania che non dipendano o che siano aggravati da uno sforzo della vista. Fantus ne ha di recente raccomandato l'uso in casi di emicrania, prescrivendo 1cc. dell'estratto fluido in elisir iso-alcolico; anche N.F.McConnell, Bastedo, Hare, Lewis e Bragman hanno menzionato favorevolmente il suo utilizzo contro l'emicrania.
D'altro canto Beckmann afferma che, mentre una volta la droga era considerata specificamente utile contro l'emicrania, di recente è caduta in "un probabilmente meritato discredito."
Azione sedativa ed ipnotica
Uno dei primi sperimentatori di hashish dichiarò che nei suoi effetti ipnotici e rilassanti sul sistema nervoso, la sua somiglianza con la morfina è enorme."
Fronmuller fece circa 1000 osservazioni su pazienti nelle quali gli effetti soporifici venivano confrontati con altre droghe, in particolare con l'oppio. Egli considerò che gli effetti sul sistema nervoso erano molto meno pericolosi di quelli dell'oppio. Nella maggioranza dei casi i pazienti hanno affermato di essersi addormentati nel giro di un'ora senza avvertire particolari effetti collaterali.
Bastedo sottolinea che può favorire il sonno in presenza di dolore. Poulsson e Dixon dicono che " si è spesso visto conseguire senza alcuna o con appena una leggera agitazione."
Anche Miller, Berthier, McConnell, Shoemaker, Clendinning, Hiller e Florshinger ne hanno descritto l'utilità nel procurare il sonno. Fantus e Cornbleet la utilizzano come sedativo generale affiancata a bromuro di sodio nella cura di prurigine. Lees fu molto entusiasta riguardo all'azione soporifica e anodina di un estratto acquoso, il quale, constatò, non produceva nessun effetto di eccitamento.
Nella pratica corrente gli effetti sedativi sono probabilmente più usati dai veterinari. Milks e Eichhorn affermano che:
"la cannabis è un chiaro sedativo per il cervello e il midollo spinale. Nell'uomo tale effetto può essere preceduto da un breve periodo di eccitamento ma ciò si verifica raramente nel cavallo. E' un sedativo ed ipnotico, probabilmente a questo proposito viene classificato davanti all'oppio nella pratica equina. Dopo dosi intere gli animali si sentono assonnati, inclini a non muoversi ed infine passano ad uno stadio di narcosi, il quale può durare dalle 12 alle 24 ore, poi si riprendono.
Mezza oncia di estratto solido è citata come sufficiente per anestetizzare un cavallo. Questa droga è relativamente sicura se considerata semplicemente sulla base dei suoi effetti sulla circolazione e sui centri respiratori. Sembrerebbe comunque che una reale fonte di pericolo esista nel possibile sviluppo di broncopolmonite durante il lungo periodo di semi-anestesia.
Disturbi mentali
Moreau de Tours fu il primo a sostenere l'adozione di euforia da hashish come mezzo per combattere disturbi mentali di carattere depressivo. Egli ha fatto un resoconto di casi di manie e malanconie che sono migliorate dopo tale terapia. Le sue conclusioni vennero immediatamente criticate da Rech. Ci sono state però altre osservazioni d'accordo, in generale, con Moreau de Tour, ed altre che si sono espresse contro tale trattamento. Straub ha recentemente suggerito che piccole dosi di una preparazione propriamente standardizzata possa ritenersi utile in casi di melanconia depressiva.
Edes trovò che pazienti i quali lamentavano sonni spiacevoli e stancanti ne beneficiarono, e Birch la impiegò nel trattamento di avvelenamento cronico di cloralio e di oppio.
Disfunzioni uterine
Alcuni sono stati particolarmente entusiasti riguardo al valore della cannabis nella dismenorrea e menorragia. Batho afferma: " …una considerevole esperienza del suo impiego contro la menorragia, specialmente in India, mi ha convinto che, in quel paese in tutti i casi, si è rivelata come il mezzo più affidabile a nostra disposizione." Riferendosi all'uso di canapa indiana contro la menorragia Brown afferma: "…non esiste medicina che ci abbia data così buoni risultati; per questa ragione deve occupare il primo posto come rimedio contro la menorragia."
Effetti durante il parto
Willis ne raccomanda l'uso in casi di doglie tediose dove la paziente è agitata." Christison utilizza la droga durante il parto e ne sostiene l'uso come ossitocico. Egli crede che stimoli i movimenti uterini più velocemente dell'ergotina. Anche Kobylamshi, Grigor e Savignac hanno fatto resoconti sui suoi effetti durante il parto. Queste osservazione possono essere considerate in generale come prova che la cannabis non deprime i movimenti uterini. La droga è così carente di azioni periferiche che a stento c'è da aspettarsi qualsiasi tipo di stimolazione o depressione.
La questione riguardante gli effetti della cannabis durante il parto è stata recentemente discussa sul Journal of the American Medical Association.
La sensazione di dolore è nettamente attenuata se non interamente assente ed il senso del tatto è meno acuto del normale; quindi una donna con le doglie può avere un parto più o meno indolore. Se si somministra una quantità sufficiente di droga, la paziente cade in un sonno tranquillo dal quale si sveglierà riposata…Per quanto si sa, un bambino nato da una madre intossicata da cannabis non sarà anormale, in alcun modo.
Nel Sud Africa le donne indigene fumano cannabis per stordirsi durante il parto. Il requisito per un uso riuscito di questa tecnica sarebbe una precedente familiarità con gli effetti della droga. Le indigene africane usano senza dubbio la droga in altre occasioni. Di conseguenza è improbabile che siano angosciate dalle eventuali fasi terrificanti dell'episodio. Inoltre l'esperienza è necessaria per regolare la dose quando impiegata in questo modo. In tale uso ostetrico, la droga possiede un importante vantaggio contrapposto alla morfina, ossia la quasi totale assenza di qualsiasi effetto deprimente sul meccanismo respiratorio.
Utilità diagnostica
Ci sono stati numerosi suggerimenti a che l'hashish delirium possa essere usato nell'analisi psichiatrica come mezzo per rimuovere le barriere del subconscio. Questa è una delle caratteristiche significativamente utili della droga come dichiarato nelle recenti deliberazioni legislative. Nonostante tale applicazione non sia irragionevole, i pochi processi che si sono svolti non hanno avuto successo. In contrasto con cocaina e amital, il paziente normalmente diventa più assorto e meno comunicativo. Questo è ciò che Lindemann e Malamud hanno osservato mentre studiavano gli effetti su schizofrenici e psiconevrotici ; hanno riferito che "vengono create nuove esperienze le quali permettono nuove presentazioni o nuove fantasie ed una crescente negazione del mondo esterno a favore di esperienze che si attengono ai desideri del paziente." Essi non notarono che negli schizofrenici il cambio di percezione spazio-temporale era molto inferiore rispetto a psiconevrotici e persone normali.
Esistono storie di fantasia sull'impiego della droga per ottenere confessioni di criminali sospetti. In genere, comunque, l'effetto usuale della droga non è tale da renderla molto utile per i suddetti fini. Von Schrenckha ha descritto come sperimentazione alquanto inconcludente quella sull'uso di hashish nell'ipnotismo.