Valutazioni di cultivar di canapa in ambiente marchigiano
La coltivazione di Cannabis sativa L. ha registrato negli ultimi anni un notevole incremento a livello comunitario.
La sua notevole adattabilità , la diversificazione della destinazione produttiva e gli interessanti sbocchi commerciali in settori innovativi rispetto ai tradizionali ambiti tessile e cartario, oltre alla possibilità di praticarne la coltivazione con tecniche a basso impatto ambientale, accrescono l'interesse per questa pianta, che può rappresentare una valida alternativa alle tradizionali colture alimentari eccedentarie di cui la politica dell'Ue sta tentando di disincentivare la produzione a vantaggio di quelle in grado di fornire materie prime per le industrie di trasformazi6ne, di cui risulta deficitaria.
In Italia, però, il divieto di coltivazione ha distrutto tutte le filiere esistenti; la sua reintroduzione, perciò, richiede innanzitutto che sia attivata una serie di ricerche volte a colmare il divario che gli oltre venti anni di assenza dagli ordinamenti colturali italiani hanno creato fra il nostro e gli altri paesi comunitari che non hanno mai smesso di coltivarla .
A tale scopo il Ministero delle politiche agricole e forestali ha varato il progetto nazionale "Canapa per fibra tessile: dalla produzione alla utilizzazione", nell'ambito del quale sono state effettuate prove di valutazione varietale per fornire indicazioni sulla scelta delle cultivar in funzione del loro utilizzo.
Materiali e metodi
La sperimentazione, realizzata a Osimo (Ancona) dall'Istituto sperimentale per le colture industriali (Isci), ha previsto il confronto fra 15 cultivar, fra cui 6 ibridi, in due prove, adottando in entrambe lo schema sperimentale a blocchi randomizzati con 4 ripetizioni, in parcelle di 16 m2 di superficie nella prima e 8 nella seconda; dove, oltre alla semina posticipata di 13 giorni, è stata effettuata 'una irrigazione ausiliaria di 40 mm per facilitare l'emergenza delle plantule e favorirne lo sviluppo nei primi stadi. Per il re sto la tecnica colturale e i metodi utilizzati sono stati identici a quelli adottati nelle prove di valutazione nel biennio 1998-1999.
Risultati
Quasi tutti i caratteri esaminati sono risultati statisticamente differenti nelle due prove. La differenza di due settimane fra le semine non si è tradotta, soprattutto a causa dell'andamento meteorologico particolarmente caldo e asciutto, in un eguale ritardo alla raccolta. Inoltre, la seconda prova si è avvantaggiata dell'intervento irriguo iniziale e ha presentato, oltre a un maggior investimento finale (nessuna componente produttiva è risultata correlata significativamente con il numero di piante alla raccolta), una maggiore statura delle piante e valori più alti di produzione.
La varianza del fattore medio è risultata significativamente superiore a quella dell'interazione ambiente per varietà che, laddove significativa, è stata trascurata.
L'emergenza delle cultivar è stata abbastanza uniforme e compresa in un intervallo di 3 giorni. La fioritura è iniziata molto precocemente per le varietà francesi (terza decade di maggio, prima di giugno), quando ancora non avevano raggiunto lo sviluppo desiderato, probabilmente per le alte temperature verificatesi in maggio e l'assenza di precipitazioni; le altre tesi hanno risentito di questo fatto in misura inferiore e sono fiorite in epoca ordinaria (fine luglio primi di agosto). Ciò ha sensibilmente influenzato l'altezza delle piante: Fedora, infatti, ha concluso il proprio sviluppo ad appena un metro, Futura non ha raggiunto il metro e mezzo, differenziandosi da tutte le altre cultivar per questo carattere. Fibranova in assoluto è risultata la più alta, non differendo, però, statisticamente, da altre accessioni. La graduatoria relativa alla lunghezza delle bacchette è simile a quella del carattere precedente; fa eccezione l'ibrido Carmagnola X Carmagnola gigante, che ha mostrato il maggiore scarto non fibroso all'apice delle piante. Fibranova, in assoluto, ha mantenuto la leadership e insieme a Carmagnola selezionata e all'ibrido Carmagnola X Kompolty H-TC, ha superato i 2 m di lunghezza.
Kompolty H-TC ha fatto registrare i maggiori diametri basale e apicale, in quest'ultimo caso non differenziandosi statisticamente da Red petiole, Carmagnola X Kompolty H-TC e dal polincrocio. Questo carattere è strettamente dipendente dalla densità delle piante: la varietà ungherese è quella che ha mostrato, infatti, il più basso investimento. Nessuna delle altre cultivar in prova ha presentato rilevanti scostamenti dalla media.
Riguardo alla produzione, l'ibrido Carmagriola X Bolognese ha fornito la maggiore biomassa, superando i 100 q/ha di sostanza secca ma non differenziandosi statisticamente da altre sei accessioni. Quattro le varietà con produzioni inferiori alla media, fra cui le francesi, che, per questo, si sono discostate da tutte le altre tesi a confronto.
La differenziazione varietale relativa alla produzione di bacchetta è risultata molto meno evidente, dato che ben 10 cultivar non si sono diversificate statisticamente dalla migliore in assoluto (Carmagnola X Kompolty, con 76,2 q/ha). La resa media, nonostante l'annata poco favorevole e le scarse prestazioni di alcune varietà, ha raggiunto un valore soddisfacente, superiore a quello registrato in prove analoghe nel biennio precedente.
Carniagnola X Bolognese è l'accessione che ha prodotto il maggior quantitativo di foglie e materiale non fibroso (30 q/ha); a seguire Kompolty H-TC, Eletta campana, Fibranova e l'ibrido Carmagnola X Kompolty, tutte con quantitativi superiori ai 20 q/ha.
Kompolty H-TC, a conferma di quanto già noto, si è posizionata al vertice della graduatoria relativa alla produzione in tiglio, nonostante la non eccellente resa in bacchetta; altre sei varietà hanno superato la media, mentre le cultivar francesi hanno raggiunto rese insoddisfacenti.
Eletta campana ha fornito, in assoluto, la più alta produzione di canapulo, sfiorando i 60 q/ha, ma non differenziandosi da ben altre otto varietà; cinque le accessioni che non hanno raggiunto la media: Carmagnola X Ungheria, Carmagnola gigante, Kompolty H-TC, Futura e Fedora.
L'incidenza percentuale della bacchetta nell'ambito della biomassa riflette l'andamento osservato relativamente alla sua resa in sostanza secca: ben 11 delle 15 tesi hanno presentato i valori percentuali più alti. Fedora è quella che più si è approssimata all'equivalenza fra costituenti fibrosi e non.
Dall'esame delle percentuali di tiglio, Kompolty H-TC si è confermata come la varietà con il migliore rapporto fibra/canapulo. Subito dopo può considerarsi Futura. Eletta campana si è posizionata agli antipodi della cultivar ungherese, presentando la più bassa percentuale di stigliato verde.
Conclusioni
L'ausilio irriguo ha permesso una maggiore crescita delle piante, il raggiungimento di un investimento più vicino all'ottimale e l'ottenimento di produzioni superiori di quasi il 30%. D'altro canto la specie ha confermato le già note caratteristiche di adattabilità e plasticità che le permettono di mantenere livelli produttivi soddisfacenti indipendentemente dalla densità di investimento.
Le cultivar monoiche francesi hanno evidenziato chiaramente la loro inadeguatezza all'ambiente italiano risentendo, più di altre, del verificarsi di prolungati periodi siccitosi e caldi che hanno determinato un accorciamento del loro ciclo biologico e il rapido raggiungimento della fase riproduttiva con una riduzione della biomassa e, conseguentemente, di tutte le sue frazioni. Meglio si sono comportate le varietà di origine italiana Tra queste si sono distinte due costituzioni ibride, Carmagnola X Kompolty H-TC, che ha raggiunto in assoluto la più alta resa in bacchetta, e Carmagnola X Bolognese; quest'ultima è risultata anche caratterizzata, insieme a Fibranova, dal miglior rapporto tra produzione di sostanza secca degli steli e biomassa fresca, indice da tenere in considerazione nelle scelte delle metodologie di raccolta e di movimentazione del prodotto.
Andrea Del Gatto, Domenico Laureti
Istituto sperimentale per le colture industriali Sezione di Osimo (Ancona)
e-mail: isciosim@libero.it